Fare e Giocare. Parla Sonia Basilico, cantastorie e promotrice della lettura

SONIA BASILICO  vive a Riccione, si occupa da anni di promozione e sensibilizzazione alla lettura, attraverso il progetto Un tuffo fra le pagine, incontri di narrazione-spettacolo per bambini con il personaggio di Paginetta, proposti a scuole, biblioteche, librerie, centri per le famiglie, ospedali; progetti speciali nei centri per il recupero alla relazione sociale per bambini e famiglie che vivono nel disagio; progetti speciali di cinema di animazione fatto da bambini in collaborazione con l’Associazione Ottomani Laboratori; corsi di formazione alla lettura ai bambini rivolta agli adulti; percorsi di sensibilizzazione alla narrativa e alla poesia per l’infanzia, rivolti a educatori, genitori e insegnanti; corsi di formazione alla lettura delle immagini nei libri per bambini, sempre per adulti.

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Leggere è sempre stato importante nella mia vita.

I miei genitori mi hanno raccontato storie di famiglia, narrato il mondo, e nel mondo mi hanno portato.
Viaggi, cinema, teatro, musei, concerti, manifestazioni politiche, ovunque, da sempre. Mi hanno regalato libri in ogni occasione, leggendoli per me e con me, pur nel poco tempo che avevamo da condividere. Un momento di racconto e di ascolto, di curiosità, domande e risposte, risate e silenzi, libri e figure, pagine, odori, colori, personaggi e storie che ora sono per me ricordi.

Custodisco gelosamente le prime edizioni di Sendak, Lindgren, Rodari, Calvino, le Fiabe Sonore, eh si, quelli erano i miei anni! Ho avuto grandi librai nella città in cui sono nata, Roberto e Gianna Denti, e la libreria è sempre stata un luogo familiare, sono cresciuta trovando storie ad attendermi e ad accompagnarmi negli anni.

Oggi sto restituendo quello che mi è stato dato, racconto storie ai bambini, mi occupo di formazione e promozione alla lettura per gli adulti, faccio laboratori di cinema di animazione per ragazzini.
Parlo di libri nelle scuole, librerie, biblioteche, con insegnanti e genitori, invito a scoprire la bellezza delle illustrazioni, le storie, le filastrocche e le poesie, perché a me piace questo, per me è stato importante, questa è la mia passione, una passione coltivata ed esercitata negli anni, una sorta di passaggio del testimone alle giovani generazioni attraverso una voce che narra.

Più che una lettrice, sono una cantastorie. Uso l’albo illustrato mostrando sempre le immagini. Gioco con il libro che via via diventa un ventaglio, una racchetta da tennis, una paletta per scavare, una zeppa per tavoli traballanti, uno schiaccia-zanzare.
Ai bambini piace questo non prendersi troppo sul serio. Uso il gesto, la voce e il corpo per portare i bambini dentro la storia. La mia lettura è animata e interpretata, soprattutto nelle occasioni pubbliche. Quando ho la possibilità di rapportarmi a piccolo gruppi, l’ esposizione diventa dialogica, un racconto che ne richiama un altro, seguito dall’ascolto, senza fretta, dedicando ai bambini tutto il tempo che chiedono.

Cerco testi divertenti, spiazzanti, ironici, non convenzionali. Mi accorgo di prediligere storie che parlano di distanze e integrazione. Alterno testi classici e novità editoriali perché portare ai bambini anche libri attuali, che possano trovare nelle librerie e fare propri, significa dar fiducia al loro contemporaneo.

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Nei libri possiamo trovare le parole giuste, così ben dosate dalla sensibilità degli autori, per raccontare ai bambini ogni aspetto della realtà, la meraviglia, sì, ma anche i temi dolorosi, la malattia, la morte o le difficoltà di relazione, perché questa è la vita che li circonda, con tutte le sue variabili, ed è importante narrare per loro il mondo, tutto.
Il libro offre un’importante occasione di dialogo, un repertorio di storie a cui poi i bambini potranno attingere nel ricordo, quando ne avranno più bisogno, e questo permetterà loro di crescere consapevoli, in grado di affrontare paure e frustrazioni.

Dico al bimbo: “fidati delle storie, ti faranno compagnia, a me ne hanno fatta, te le racconto perché tu le possa narrare ai tuoi figli e ai tuoi amici, a te stesso quando avrai bisogno di sapere che non sei solo. Chiedimi i tuoi perché e se saprò farlo, ti risponderò, altrimenti cercheremo di capire insieme, parlando”.
Ecco, prima di tutto, prima di leggere, di raccontare, io parlo con loro e li ascolto, a lungo, a fondo. Cerco di far tesoro del loro punto di vista libero da pregiudizi.

Credo che un adulto, prima che un educatore, dovrebbe essere un narratore del mondo all’infanzia, sincero, appassionato, e penso che questo narrare debba prevedere uno scambio alla pari col bambino: racconto e ascolto. xAscoltare ciò che è bello e importante per lui, anche quando sia lontano da ciò che noi ci attendiamo e cercare di rispondere a un bisogno con meraviglia.

Leggere a un bambino significa dargli un’opportunità di crescita culturale e umana, educarlo alla bellezza, favorire l’allenamento della fantasia, e la fantasia permette di trovare soluzioni nuove in un mondo che cambia, confidando nelle proprie capacità.
Ma non è una certezza, ci saranno bambini che apprezzeranno altre cose. Un bambino che ha un parente pescatore, musicista o tennista, che lo accompagni ad osservare con passione quello che lui ama, sarà ugualmente fortunato, arricchito da una storia da imparare e tramandare. Ma quando abbiamo esaurito le storie conosciute, possiamo attingere dai libri, da altri punti di vista, e questo ci permette di fare esperienza di esigenze lontane dalle nostre.
Educare un bambino all’ascolto significa investire sul suo futuro, crescere un individuo sociale migliore che saprà rapportarsi meglio di fronte alle difficoltà, reagire alle avversità usando le parole più del gesto.

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Una grande gioia narrare ai bambini, ma anche una preziosa opportunità per noi adulti. Significa raccontar loro cose nuove, tutte da scoprire e godere della sorpresa che generano, rispondere ai mille perché e, nel far questo, cercare di spogliarsi delle semplificazioni, del puro senso utilitaristico che attribuiamo alle cose e ai fatti, saper guardare oltre il muro dell’ovvio, non dar tutto per scontato,  imparare dai bambini a lasciarsi andare alla meraviglia e all’emozione, tornare ad essere curiosi.

Dico ai genitori: non smettete mai di leggere per i bambini, non abbandonateli alla fatica e alla frustrazione delle prime letture autonome, fino a quando non saranno loro a voler proseguire da soli. Con calma, un libro per volta, condiviso, porto con passione. I bambini saranno disposti ad ascoltare e fare proprio solo un atto di amore sincero.

Dico alle insegnanti: regalate in classe la lettura ad alta voce, senza chiedere nulla in cambio, solo per offrire il piacere dell’ascolto, permettendo anche che non venga capito o apprezzato proprio tutto, ma rispondendo alle domande che nascono. Evitate se è possibile di leggere dalle fotocopie, fate uscire le storie dai libri e lasciateli a disposizione dei bambini, mostrate le figure, parlate della bellezza. Regalate la vostra passione, ma ricordatevi che è la vostra, per ora.

E a tutti noi dico: non cerchiamo di raccogliere frettolosamente il frutto di quanto abbiamo seminato, non chiediamo “ti è piaciuto?”, non cerchiamo riscontri. Un puro regalo, gratuito. Il raccolto potrà avvenire molto più tardi o non esserci affatto, ma seminare è un atto potente e sufficiente.

Sonia Basilico

6 pensieri su “Fare e Giocare. Parla Sonia Basilico, cantastorie e promotrice della lettura

  1. Che bello! Sono anch’io una lettrice accanita e da 3 anni e mezzo, mamma di Lara, a cui leggo spesso e che ama anche lei libri e libretti. Come mi piacerebbe fare quello che fa Sonia!

  2. Cara Anna, potresti proporre alla scuola di Lara di dedicarti un momento per intrattenere i bimbi con una storia, magari andando in classe e leggendo per loro, assistita dalle maestre. Di solito queste proposte sono ben accette, anche perché le scuole spesso sono contente di conoscere nuovi testi di qualità attraverso un’appassionata di libri come tu sei. Poi ci sono le biblioteche che sarebbero ben liete di accoglierti, ma qui i numeri si fanno un po’ più importanti, quindi meglio partire da piccoli gruppi di bambini. Fammi sapere. Un abbraccio.

  3. salve, ci siamo conoscitue ad un laboratorio a macerata con le friches, gia’ ci ha inviato un’interessante bibliografia. le chiederei cortesemente di inviarci consigli bibliografici e di gioco sull’introduzione dei bambini alla realtà della biblioteca! grazie!

  4. Cara Paola, leggo solo oggi la tua richiesta. Ti informo innanzitutto che quest’anno dovrei tornare a Macerata Racconta il giorno 30 aprile, così potremo incontrarci di persona e fare una chiacchierata in proposito. Avrei bisogno di capire meglio la tua richiesta: sono bimbi di che età? sono una classe scolastica che deve visitare la biblioteca? oppure è una lettura di introduzione alla biblioteca, tenuta dai bibliotecari? Ci sono alcuni albi illustrati recenti e meno, dove compare la biblioteca o la libreria, e, secondo me, potrebbero essere un buon viatico: UN LEONE IN BIBLIOTECA della Nord-Sud, CIU’ E IL GIORNO DEL GRANDE STARNUTO della Mondadori, MOSTRAZ di Carmelozampa, oppure PINA VA IN BIBLIOTECA di Mondadori, per i più piccini, o MATILDE di Dahl, Salani per i più grandi.
    Ci sono poi belle filastrocche in cui rientra la biblioteca. Una delle mie preferite e di Tognolini che si intitola FILASTROCCA PER DUE BRAVE CONTASTORIE in Rime Raminghe, qui:http://www.webalice.it/tognolini/var-rim.html#gallina
    Ti lascio la mia mail, se vuoi, scrivimi: paginettasonia@gmail.com
    Ciao

  5. Ciao Sonia! Sono rimasta affascinata da quello che fai! Io sto per laurearmi in pedagogia e mi piacerebbe molto diffondere la cultura e l’importanza della narrazione di storie ai bambini anche piccolissimi. Non so però quale tipo di formazione mi servirebbe oltre alla laurea per poter avverare un mio piccolo sogno: quello di specializzarmi in letteratura per bambini e poter avere una libreria dedicata tutta mia in cui poter fare letture e proporre libri a bambini e genitori, fornendo tutti i consigli necessari per educare attraverso il libro!
    Spero tu mi possa consigliare!
    Monja

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