“Papà aspetta un bimbo!” di Frédérique Loew e Barroux, Settenove

papàaspettacopSi sta promuovendo in questi giorni una splendida e importante iniziativa che è il “Flashbook senza stereotipi”.
Della manifestazione Flashbook, in generale, ho già avuto abbondantemente modo di parlare su queste pagine. La versione #senzastereotipi nasce invece dalla volontà di dare un sostegno al progetto dell’associazione Scosse “Leggere senza stereotipi” volto a promuovere, appunto, nelle scuole, albi per bambini che non siano inquinati da pregiudizi di genere e che offrano una visione plurale e aperta delle diverse realtà e delle diverse famiglie.
Tutto questo per combattere intolleranze, razzismi, omofobie e bullismi che già in tenerissima età possono lasciare – per responsabilità degli adulti e della società – i loro pessimi semi.

L’iniziativa è partita il 5 Marzo e durerà fino al 19, giorno della festa del papà. Ed è proprio sulla traccia del legame, sicuramente simbolico, che intercorre tra la giornata dedicata a celebrare la figura paterna e l’esigenza che i bambini crescano il più possibile sentendosi “cittadini del genere” e quindi senza impalcature preconcette del così si fa e così non si fa, che ho il piacere di presentarvi un albo tenerissimo e commovente, che racconta – una volta tanto – l’attesa della nascita vista dal punto di vista di un sensibilissimo e molto partecipativo papà.

Il libro è “Papà aspetta un bimbo!” di Frédérique Loew e Barroux e la casa editrice che lo pubblica è di recenti ma ideologicamente molto nobili natali. Si tratta infatti di Settenove, che ha proprio nella sua linea editoriale l’intento di mettere sul mercato libri senza stereotipi di genere per prevenire, in tal modo, la futura violenza e contribuire alla creazione di una realtà di diritti, rispetto e collaborazione.

Pare abbastanza palese che il fiorire di iniziative, associazioni, discussioni, denunce che abbiano come tema quello di liberare i bambini dalla gabbia del genere –  inteso come impalcatura di interessi/valori/prospettive segnati – denoti un’urgenza che imperversa nel nostro paese, dove pare che ci sia in atto un’ondata regressiva che mira sempre di più a chiudere e sempre meno a liberare.
Dedichiamoci quindi a promuovere le opere belle, che di contro(dis)valori si facciano voce; come quest’albo che non potrà fare a meno di arrivare dritto al cuore delle giovani – e meno giovani – coppie in attesa.

Un libro che, in un certo senso, è per bambini di rimando. Intendendo che sarebbe bello donarlo ai futuri papà prima ancora della nascita e che questi lo conservino poi per risfogliarlo con i propri pargoletti una volta che essi siano un po’ cresciuti, per rivivere insieme a loro quel tempo del c’ero già ma non c’ero ancora la cui narrazione si demanda di solito alle mamme.
Ma ottimo anche per chi padre lo è già e, magari, si riconosce nel vissuto descritto e vuole raccontarlo ai propri bambini.
Un libro di relazione, da leggere assieme papà e figlioletti, ma anche un libro intimo, da tenere come piccolo diario di sentimenti che al maschile vengono poco comunicati (ma che io credo fermamente esistano).

Il protagonista è un papà giovane, entusiasta, dolce, che non ha timore di esprimere la propria emotività, sia nei lati luminosi che in quelli più scuri.
Dall’attimo esatto della scoperta della gravidanza fino alla conclusione gioiosa della nascita, una carrellata di stati d’animo, di gesti, di momenti, di sogni, ma anche di piccole ansie, di sentimenti non taciuti di solitudine e di paura di inadeguatezza.
Per ribadire che non è solo la mamma ad aspettare un bimbo. Là, spesso nell’ombra nella quale alcuni uomini sono i primi a mettersi – perché magari convinti che la gravidanza non sia affar loro – , c’è anche un padre.
Anch’egli attende, si forma, coltiva emozioni e – finalmente! – non ha imbarazzo nel raccontare tutto ciò.

papàaspetta3Un papà ovviamente non ha la pancia che cresce, non sente il bambino muoversi dentro di sé, non ha malesseri fisici né esami medici da fare ma non per questo deve vivere la preparazione alla nascita con distacco o scarsa partecipazione.
Di contro, gli aspetti prettamente femminili, che un tempo facevano sì che il periodo della gravidanza fosse ignorato quasi con imbarazzo dai maschi, possono generare oggi, in un uomo meno timoroso di mostrare e accettare i propri lati emotivi, quasi una sorta di invidia buona, una melanconia, un dispiacere per non avere la possibilità di portare dentro il proprio corpo l’essere che cresce, una solitudine e una paura di restare fuori dalla diade dorata di mamma e bebè.

papàaspetta7Essere un papà senza stereotipi, come quello mostrato nel libro, significa vivere tutto più intensamente: l’impazienza come l’ansia, la gioia euforica come i momenti più difficili e bui.
Vuol dire, sostanzialmente, diventare padre non nel momento della nascita, o peggio dopo lo svezzamento, come molti uomini sostengono di dover fare (tanto nei primi mesi ci pensa la mamma, no?) ma esserlo da subito, dal momento del test positivo, esattamente come una madre che dal primo istante comincia a creare lo spazio dell’accoglienza dentro di sé, non solo fisicamente ma anche emotivamente e psicologicamente.

Nell’albo, in maniera molto accessibile, colorata, vivace, tenera e irresistibile, c’è tutto ciò. C’è un papà buffo, giocherellone che non vede l’ora di conoscere il suo bimbo o la sua bimba, che sta accanto alla sua compagna con amorevolezza e segue con attenzione i suoi cambiamenti fisici, che desidera dare il meglio per il figlio che sta per venire al mondo e ha paura di non riuscire, che a volte si sente un po’ solo e trascurato, che impara il più possibile sulla cura dei bebè perché sa, e vuole, che sia anche compito suo, che è conscio di fare parte di una coppia che è in tutto e per tutto coinvolta parimenti nell’evento.

papàaspetta4E, badate bene, non è affatto dipinto come un superuomo! Al contrario: è simpatico e un po’ impacciato, infantile a volte, volenteroso ma anche pasticcione.
Ciò che emerge, più di tutto, è un papà animato dall’amore che, nel mostrare ciò, non si sente sminuito né privato del proprio ruolo o della propria identità.

Io un libro così lo regalerei a quanti più papà possibile, perché infondo sono convinta che anche chi si mostra più ritroso e ostenta una partecipazione non proprio completa durante il periodo della gravidanza, sotto sotto possa ritrovarsi in molte tavole, o ricordare di essercisi ritrovato.
A maggior ragione regaliamolo a quei papà che ci ricordano tanto il delizioso protagonista, perché sappiano che li abbiamo visti e riconosciuti e che siamo orgogliose di averli accanto.

Molto divertenti e originali, nella loro fresca bizzarria e tenera ironia, le illustrazioni di Barroux.
Sostenute da un sottile chiave di lettura psicologica, sono perfette per interpretare il testo, reso in prima persona dal futuro papà, mettendo in luce azioni ed emozioni e privilegiando sempre un’atmosfera amorevole, giocosa e positiva.
Movimentate ma non caotiche, eccentriche ma allo stesso tempo chiare, non rinunciano anch’esse alla loro personale nota anti-stereotipi mescolando rosa e azzurri senza alcuna connotazione di genere.

(età consigliata: dai 4 anni)

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