“Acqua Dolce” di Andrea Bouchard, Salani

Un’incantevole figura di bambina fa da protagonista a questo magico e dolce primo romanzo di Andrea Bouchard. Un racconto che, come la mente dei più giovani, ha un piede nella fantasia e uno nella realtà quotidiana, narrando una storia di crescita, di ricerca del proprio spazio e della propria identità.

L’autore mescola elementi fantastici ed avventurosi ad altri vicini alla vita dei bambini dimostrando di avere un’attenta conoscenza dell’animo dei piccoli (è infatti un bravo e appassionato maestro elementare). E lo fa inventando una storia che si legge d’un fiato, ricca di deliziosi personaggi, di situazioni divertenti e in grado di tenere il lettore anche un po’ sulle spine.

Acqua Dolce porta questo nome perché è nata su un’isola speciale: l’isola Verde. L’isola Verde è a forma di mezzaluna, è circondata da un mare trasparentissimo e non salato, ha spiagge bianche, palme e terra rossa, è abitata da simpatiche e vivaci scimmie e grandi tartarughe. Ma l’isola è anche maledetta: si narra che chi vi rimane per più di trenta giorni è destinato alla morte perché ciclicamente la lingua di acqua dolce che la circonda si ritrae e lascia il posto al mare scuro, che porta fino a terra terrificanti squali in grado di risalire fino al centro dell’isola e divorare tutto ciò che incontrano.

La piccola Acqua è venuta al mondo in questo paradiso e quando i genitori, trascorsi ventinove giorni dalla sua nascita, fanno ritorno a casa, comincia a soffrire. La mamma e il papà capiscono che le manca la dimensione acquatica e l’isola e così inventano per lei tanti piccoli espedienti per renderle più gradita la città. Ma non basta: la bambina mantiene un’aria malinconica e, soprattutto, non parla. Gli anni passano comunque e Acqua inizia la scuola, non senza difficoltà nell’adattarsi alla necessaria disciplina. La crescita della piccola protagonista è un alternarsi di fasi più o meno felici: Acqua è contenta quando può sguazzare nelle pozzanghere, fare il bagno, prendere la pioggia, nuotare con i pesci nell’acquario cittadino, giocare con le scimmie allo zoo, abbracciare il suo amico gabbiano Verdicchio che l’ha seguita dall’isola Verde. Ma c’è sempre un’ombra sul suo cuore; ed infatti la voce non arriva e la bambina sembra destinata a rimanere muta.

Fino a quando l’incontro con un vecchio pescatore non cambierà le cose: Acqua riconoscerà le sue origini, riconoscerà se stessa e saprà anche cosa fare per poter parlare. E non importa se questo comporta un viaggio e un’impresa avventurosa e pericolosa nella quale coinvolgere anche tutti i suoi compagni di classe. Soltanto nel mare dell’isola Verde potrà sentirsi completa e, riappacificata, tornare in città per diventare grande senza avere paura dei suoi sogni.

La magia del romanzo di Andrea Bouchard sta in tanti piccoli e originali particolari che fanno sì che la storia si legga col sorriso sulla labbra. Il personaggio di Acqua è allo stesso tempo lieve e forte, vivace e sognatore, malinconico e gioioso. Tramite una racconto ricco di tratti surreali e volate di fantasia, l’autore riesce a rendere lo sforzo della crescita. E la difficoltà che chi si sente diverso incontra per adeguarsi alla “normalità”, per poter essere accettato e la liberazione che prova nel poter infine vivere serenamente la propria diversità. Per la piccola protagonista il dolore risiede nel non poter vivere la sua “acquaticità”, ma la storia può diventare simbolo di tante piccole e grandi diversità difficili da accettare ma allo stesso tempo impossibili da soffocare.

Il libro è adatto ad essere letto ad alta voce ai bambini fin dal primo biennio della scuola primaria. La semplicità del testo e l’interlinea spazioso lo rendono una lettura adeguata anche per i giovanissimi lettori autonomi che si cimentano con i primi testi complessi (più o meno intorno alla terza elementare).

Belle e delicate le illustrazioni in bianco e nero di Giovanna Manna che, di tanto in tanto, inframmezzano il testo scritto regalandoci qualche immagine di Acqua e delle sue avventure.

(età consigliata: dai 7 anni)

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3 pensieri su ““Acqua Dolce” di Andrea Bouchard, Salani

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